Novità di marzo 2023

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10/3/2023 il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che approva il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) per l’anno 2023, relativo alle dichiarazioni riferite all’anno 2022. Il termine per la presentazione del MUD per quest’anno è fissato, in base all’art.6 comma 2 bis della Legge 25/1/1994 n.70, al giorno 8/7/2023, cioè 120 giorni dopo la pubblicazione in G.U.

Quali sono i soggetti che non hanno l’obbligo di presentare il MUD? Solo chi non ha prodotto, trasportato, intermediato, recuperato e smaltito rifiuti e in particolare:

  1. I soggetti che trasportano per conto proprio rifiuti non pericolosi.
  2. Le imprese e gli Enti con un massimo di 10 dipendenti, che producono rifiuti non pericolosi.
  3. Le imprese di costruzione o demolizione solo per rifiuti non pericolosi.
  4. Le imprese commerciali o di servizi per rifiuti non pericolosi.
  5. Gli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 CC con un volume d’affari massimo di 8000 euro, anche in presenza di rifiuti pericolosi.
  6. I liberi professionisti che non operano come impresa.
  7. I produttori di rifiuti pericolosi che non sono organizzati in forma di Ente o impresa, perché assolvono all’obbligo del MUD conservando per 3 anni un formulario di identificazione o un documento di conferimento rilasciato da un soggetto competente.
  8. Medici, dentisti e pediatri liberi professionisti hanno l’obbligo di presentazione del MUD se producono rifiuti pericolosi, sono esonerati invece se rientrano in organizzazioni di Enti e Imprese.

 

Oggi 16 marzo dovrebbe arrivare al Consiglio dei Ministri anche il decreto Acqua, che propone come intervenire sul problema della siccità. Varie soluzioni sono state avanzate nel corso degli anni per vedere come arginare il problema.Rivediamole insieme.

  1. Non si tratta solo di stabilire un piano idrico straordinario per affrontare l’emergenza, in accordo con le regioni e gli enti territoriali, e fornire acqua all’agricoltura, all’industria e ai cittadini, ma anche di lavorare a un provvedimento normativo che affronti  il problema delle strutture. Le dighe forniscono il 20% dell’energia idroelettrica: liberarle dagli insabbiamenti e costruirne altre aiuterebbe a risolvere il problema. 
  2. Il mare è una grande risorsa: costruire un impianto di desalinizzazione a Genova porterebbe 100 milioni di metri cubi d’acqua l’anno nel Nord Italia.
  3. Avviare una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile dell’acqua.
  4. Orientarsi verso soluzioni che aiutino gli ecosistemi a trattenere l’acqua, rigenerare fiumi e zone umide, contrastare l’impermeabilizzazione del suolo perché la falda acquifera possa ricaricarsi, rivedere le concessioni idriche dando la priorità all’agricoltura e all’ambiente, rafforzare le Autorità di Bacino per usare l’acqua  adattandosi ai cambiamenti climatici, abbattere rapidamente le emissioni per contrastare l’aumento del riscaldamento globale.

 

Già nel mese di agosto dello scorso anno Raro Ambiente, azienda bresciana all’avanguardia nell’affrontare quotidianamente il problema del corretto smaltimento dei rifiuti, ha sottolineato nel suo blog l’importanza di tenere sempre in considerazione il difficile rapporto esistente tra l’emergenza siccità e lo smaltimento dei rifiuti. Oggi come allora Raro Ambiente dimostra il suo interesse a lavorare a favore del pianeta operando in direzione di uno smaltimento onesto e moderno dei rifiuti, pericolosi e non. 

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